E' già da tempo che pensavo di scrivere di questa cosa.
Forse è stata l'affermazione di un mio amico, a dir poco shockato nel ritrovarsi “Another way” tra le canzoni revival di una discoteca, a sbloccarmi. Avevo paura di essere troppo vecchio.
Forse sono davvero troppo vecchio, e allora forse è il caso che mi muova.
Sono vecchio perché queste giovani generazioni non le capisco proprio. Non che me ne importi qualcosa, ma quando provo per gioco a capirci qualcosa, non riesco a cavarne un ragno dal buco. Non capisco cosa pensino (pensano?), come si vestano (?), che musica (?) ascoltino.
Una discoteca con due sale: in quella house, un martello continuo che comunque è indegno dell'hardcore dei miei tempi, e anche della techno. Quindi è solo fastidiosamente inutile. In quella revival la gente si è divertita, ascoltando musica tra gli anni '80 e i primi del nuovo millennio.
Ci credo che i ragazzini di oggi si calano in massa: come diavolo fai a divertirti ascoltando un martello che non è in grado né di picchiare, né di dare uno straccio di melodia? Si calano per dimenticare.
Ma non è un'analisi musicale quella a cui mi dedicherò ora.
E' un pensiero sulle ragazzine. Almeno in questo, i tempi non sono cambiati. I maschi sono prevedibili, e noiosamente ripetitivi. Non sono mai valsi una riga d'inchiostro, e non valgono ora due bit messi in fila. Delle donne potremmo scrivere una vita intera senza essere riusciti a capire una virgola in più. Ma non per questo smetteremo di scrivere.
Sono rimasto affascinato e colpito da come si vestono. Certo, questa è una frase che può premettere ad un approdo sui lidi della pedofilia, ma questa non è mia intenzione. Come del resto non è mia intenzione giustificare i suddetti pedofili. Nota: qui per “pedofili” intendo in senso figurato, quelli che vanno con le ragazzine. Ugualmente deprecabili, ma forse lievemente meno deplorevoli. Forse.
Perché comunque queste ragazzine ti provocano. Un conto è se le prendi sul ridere... un conto è se le prendi sul serio. Io forse ricordo male, ma solo una decina di anni fa non ricordavo un tale tripudio di minigonne e di cosce al vento – anche in pieno inverno – come si registra di questi tempi. E di ragazze in giro ce ne sono sempre state. Ma questi micro-vestitini che proprio non lasciano più nulla all'immaginazione non credo se ne fossero mai visti. O forse non li ho visti io.
Basterebbe dare un'occhiata in giro un qualsiasi sabato sera per rendersi conto della questione. Tra l'altro, la cosa è curiosa, perché molto spesso le signorine in questione indossano abiti strozzati e striminziti per poi ridursi a passare l'intera serata a camminare come delle papere sui trampoli (?) per non correre il rischio che qualcuno si tolga lo sfizio di controllare se almeno le mutandine le hanno messe o no. E per le mutandine potremmo anche scrivere anche un altro capitolo, ma mi acconterò di semplici allusioni, per il momento. Passi paragonabili a quelli di una formica, quindi, e su tacchi vertiginosi. Cosa che per uno che soffre costantemente di dolori alle caviglie risulta a dir poco incomprensibile. Ma è un'altra la cosa che sorprende: le mani. Regolarmente ai fianchi, pronte a spostare verso il basso quel vestito che invece ad ogni ancheggiata tende a salire, scoprendo quel poco che resta da scoprire.
Allora direi che siamo di fronte a dei soggetti che giudicherei schizofrenici: bambina, vuoi denudarti o no? E' ovvio che sia meglio di no... di pomeriggio giochi ancora con le bambole, e la sera guarda come ti vesti! Ma allora non è il caso che la prossima volta ti compri (scusa, ti fai comprare) un vestito più lungo di qualche centimetro, e ti rilassi un momento?
Forse è anche questo che porta la maggior parte delle ragazze ad essere nervose: vivono nella tensione e nella paura di restar nude. Io non posso nemmeno immaginare, ovviamente. Ma credo possa essere piuttosto fastidioso. “Cosa fai stasera?” “Mah, se riesco, provo a restare coperta”.
Io sono vecchio, e non capisco. Come non capisco i loro vecchi.
Io spero veramente che queste ragazzine vadano a cambiarsi in qualche stanzino, in qualche magazzino, in qualche casa disabitata, sottoterra... non so. Perché se i loro genitori dovessero vederle vestite in quel modo, e non dire niente, io sarei a favore di una proposta di legge che affidi queste povere giovani (evidentemente maltrattate, a questo punto) a un'altra famiglia, e i genitori a una comunità di recupero.
Non è questo un post di un'oscurantista. Meravigliosa invenzione, la minigonna. E in quanto giovane uomo, ritengo di poterlo affermare senza problemi. Ma un minimo di decenza, please.
Senza contare tutte quelle che forse farebbero meglio a coprirsi un po' di più. No, non tanto perché è inverno e fa freddo, ma semplicemente “perché è meglio così”.
Ma non è questo il momento di occuparsi di loro, magari un'altra volta.
Sono vecchio, e stanco.
Forse è stata l'affermazione di un mio amico, a dir poco shockato nel ritrovarsi “Another way” tra le canzoni revival di una discoteca, a sbloccarmi. Avevo paura di essere troppo vecchio.
Forse sono davvero troppo vecchio, e allora forse è il caso che mi muova.
Sono vecchio perché queste giovani generazioni non le capisco proprio. Non che me ne importi qualcosa, ma quando provo per gioco a capirci qualcosa, non riesco a cavarne un ragno dal buco. Non capisco cosa pensino (pensano?), come si vestano (?), che musica (?) ascoltino.
Una discoteca con due sale: in quella house, un martello continuo che comunque è indegno dell'hardcore dei miei tempi, e anche della techno. Quindi è solo fastidiosamente inutile. In quella revival la gente si è divertita, ascoltando musica tra gli anni '80 e i primi del nuovo millennio.
Ci credo che i ragazzini di oggi si calano in massa: come diavolo fai a divertirti ascoltando un martello che non è in grado né di picchiare, né di dare uno straccio di melodia? Si calano per dimenticare.
Ma non è un'analisi musicale quella a cui mi dedicherò ora.
E' un pensiero sulle ragazzine. Almeno in questo, i tempi non sono cambiati. I maschi sono prevedibili, e noiosamente ripetitivi. Non sono mai valsi una riga d'inchiostro, e non valgono ora due bit messi in fila. Delle donne potremmo scrivere una vita intera senza essere riusciti a capire una virgola in più. Ma non per questo smetteremo di scrivere.
Sono rimasto affascinato e colpito da come si vestono. Certo, questa è una frase che può premettere ad un approdo sui lidi della pedofilia, ma questa non è mia intenzione. Come del resto non è mia intenzione giustificare i suddetti pedofili. Nota: qui per “pedofili” intendo in senso figurato, quelli che vanno con le ragazzine. Ugualmente deprecabili, ma forse lievemente meno deplorevoli. Forse.
Perché comunque queste ragazzine ti provocano. Un conto è se le prendi sul ridere... un conto è se le prendi sul serio. Io forse ricordo male, ma solo una decina di anni fa non ricordavo un tale tripudio di minigonne e di cosce al vento – anche in pieno inverno – come si registra di questi tempi. E di ragazze in giro ce ne sono sempre state. Ma questi micro-vestitini che proprio non lasciano più nulla all'immaginazione non credo se ne fossero mai visti. O forse non li ho visti io.
Basterebbe dare un'occhiata in giro un qualsiasi sabato sera per rendersi conto della questione. Tra l'altro, la cosa è curiosa, perché molto spesso le signorine in questione indossano abiti strozzati e striminziti per poi ridursi a passare l'intera serata a camminare come delle papere sui trampoli (?) per non correre il rischio che qualcuno si tolga lo sfizio di controllare se almeno le mutandine le hanno messe o no. E per le mutandine potremmo anche scrivere anche un altro capitolo, ma mi acconterò di semplici allusioni, per il momento. Passi paragonabili a quelli di una formica, quindi, e su tacchi vertiginosi. Cosa che per uno che soffre costantemente di dolori alle caviglie risulta a dir poco incomprensibile. Ma è un'altra la cosa che sorprende: le mani. Regolarmente ai fianchi, pronte a spostare verso il basso quel vestito che invece ad ogni ancheggiata tende a salire, scoprendo quel poco che resta da scoprire.
Allora direi che siamo di fronte a dei soggetti che giudicherei schizofrenici: bambina, vuoi denudarti o no? E' ovvio che sia meglio di no... di pomeriggio giochi ancora con le bambole, e la sera guarda come ti vesti! Ma allora non è il caso che la prossima volta ti compri (scusa, ti fai comprare) un vestito più lungo di qualche centimetro, e ti rilassi un momento?
Forse è anche questo che porta la maggior parte delle ragazze ad essere nervose: vivono nella tensione e nella paura di restar nude. Io non posso nemmeno immaginare, ovviamente. Ma credo possa essere piuttosto fastidioso. “Cosa fai stasera?” “Mah, se riesco, provo a restare coperta”.
Io sono vecchio, e non capisco. Come non capisco i loro vecchi.
Io spero veramente che queste ragazzine vadano a cambiarsi in qualche stanzino, in qualche magazzino, in qualche casa disabitata, sottoterra... non so. Perché se i loro genitori dovessero vederle vestite in quel modo, e non dire niente, io sarei a favore di una proposta di legge che affidi queste povere giovani (evidentemente maltrattate, a questo punto) a un'altra famiglia, e i genitori a una comunità di recupero.
Non è questo un post di un'oscurantista. Meravigliosa invenzione, la minigonna. E in quanto giovane uomo, ritengo di poterlo affermare senza problemi. Ma un minimo di decenza, please.
Senza contare tutte quelle che forse farebbero meglio a coprirsi un po' di più. No, non tanto perché è inverno e fa freddo, ma semplicemente “perché è meglio così”.
Ma non è questo il momento di occuparsi di loro, magari un'altra volta.
Sono vecchio, e stanco.
"Mamma, esco con le amiche" è forse qualcosa che molti pensano ma pochi hanno il coraggio di scrivere, compreso me stesso. Tutto ciò che hai scritto corrisponde a verità e le dimostrazioni le abbiamo in ogni singola realtà della nostra quotidianità. La televisione, le riviste, internet restiutiscono ragazze bellissime: solo poche di loro esprimono veramente ciò che c'è aldilà dell'esteriorità; ma sempre partendo da uno stereotipo che fa ascolto. Allora se va alla grande in TV, perchè non lo posso portare nella realtà? Ciò che viene a mancare assolutamente è la personalità intesa come espressione della singolarità di ogni individuo: ormai, come hai detto bene tu, ci si esprime in massa e tramite la massa, adeguandosi senza più esprimere la propria ricchezza personale che ci rende unici. Svestita o poco vestita? si, va bene, ti guardo, carina; poi però ci vuole un martello pneumatico per disegnarti un sorriso su quel visino innocente. La tendenza ormai lanciata: mi bastano ancora solo una decina d'anni e poi forse anche io potrò essere di tendenza... mi troverò una ventenne attirata dai riflessi al sole di una bella oro o platino... In ogni caso, forza Another way, vita alla colonna sonoradei nostri anni innocenti e sguardo fisso sul futuro... che un articolo come questo possa riavvicinare a noi un mondo che conosciamo poco, che abbiamo solo assaggiato e che adesso è dannatamente indigesto...
RispondiElimina"un'oscurantista", eh?
RispondiEliminaGli apostrofi scappano...